sabato 20 aprile 2019

La sfilata del carretto siciliano nel giorno di San Giuseppe



Nel giorno di San Giuseppe, si celebra una messa dove partecipa tutto il paese, insieme alle famiglie povere che prenderanno da mangiare durante la cena e a tutti coloro i quali hanno ricevuto una grazia.
All'uscita della messa c'è la presenza di un carro tipico siciliano, uno dei simboli della ''Trinacria''.

LE CARATTERISTICHE DEL CARRETTO SICILIANO

E' un mezzo a trazione equina adibito al trasporto merci, in uso in tutto il territorio siciliano dal XIX secolo fino alla seconda metà del XX secolo. Costruito con diverse qualità di legno, spesso fregiato da intagli bucolici e sgargianti decorazioni pittoriche, al giorno d'oggi è divenuto oggetto d'arte artigianale, nonché uno dei simboli dell'iconografia folcloristica siciliana. E' composto dal fonnu di càscia e da due tavulàzzi, sul quale sono montati parallelamente due masciddàri (dal siciliano mascidda, "mascella") ovvero le sponde fisse del carretto, e un puttèddu (portello posteriore) removibile per agevolare le operazioni di carico e scarico. Ogni masciddaru è suddiviso in due scacchi (i riquadri in cui vengono dipinte le scene).
Le ruote sono composte da 12 raggi definiti in siciliano iammòzzi (iammi, "gambe") che congiungono il mozzo al cerchione, spesso arricchiti da intagli a fitte sezioni parallele (impòsti) o addirittura soggetti scolpiti quali fiori, aquile, sirene, o teste di paladino.


Nonostante le differenze che il carretto assume da città a città, l'origine della tradizione è comune ed è legata alla vita contadina.
Il carretto siciliano, trainato da un solo animale, è pratico e funzionale. E' l'ideale per il trasporto della legna, della botte di vino, dell'olio e dei prodotti agricoli ma, all'occorrenza, diventa un mezzo per trasportare mogli e figli.


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